Paola Senesi

Mentre mi presento mi sento come in movimento con una consapevolezza che ho acquisito anche incontrando le opere di Nicola Ghezzani e mi riferisco in particolare alla sua Autoterapia. Se la vita è fatta di eventi, di sogni e di incontri, come suggerisce Jung e se la storia è soprattutto storiografia allora questo documento storico ha contribuito e contribuirà insieme agli altri scritti di Ghezzani a lavorare nella mia anima ad ogni rilettura.

Mi chiamo Paola Senesi sono nata nel 1961 a Viterbo. Sono nata gemella ed il confronto dialettico tra individuazione e appartenenza è stata per me un'esperienza “congenita”.

Ho frequentato il liceo scientifico con passione, ottenendo il massimo dei voti alla maturità. Poi mi sono iscritta alla Facoltà di Medicina e Chirurgia per la verità con un po' di sgomento, perché non avrei voluto essere obbligata a scegliere: amavo lo studio, nascondiglio magico ove ripararsi dagli attacchi di quel “mondo malato” di cui parla Ghezzani ed allo stesso tempo la mia punta di diamante per ottenere una “distinzione”, per diventare speciale, per dimostrare la necessità della mia esistenza: quella di doppio di un'altra bambina.

Ma lo spazio del “noi” condiviso con A. (mia sorella) era anche il mondo del nostro gioco: dei trucchi e dei segreti, grazie anche ai quali sono cresciuta nonostante il “mondo malato”, distraendolo da me e tenendolo all'oscuro della mia voglia di essere felice.

Dopo la laurea in Medicina, conseguita con Lode, nel 1991, mi sono specializzata in Psichiatria con il massimo dei voti ed una tesi intitolata “Il Contagio Mentale Morboso: Catatimia e Suggestione” (Relatore Prof. A. Gaston e Controrelatore Prof. E. Bollea).

Durante il periodo del corso di specializzazione ho frequentato il Padiglione 90 dell'Ospedale S. Maria della Pietà a Roma, seguendo l'insegnamento del prof. A. Gaston.

La mia formazione di psichiatra ha avuto un'impronta soprattutto di tipo storico-epistemologico e fenomenologico.

Dopo la specializzazione in Psichiatria sono stata abilitata all'esercizio della Psicoterapia.

Mi sono interessata d'ipnosi e suggestione, conseguendo un diploma quadriennale, non tanto per le eventuali applicazioni cliniche, quanto per l'interesse che destavano in me lo studio degli stati di coscienza e dei meccanismi ideodinamici. Già nella mia tesi, infatti, era evidente la propensione verso una psichiatria dell'affettività, del contenuto e della “psicosi unica”.

Ho lavorato da subito nel settore pubblico presso un servizio di salute mentale territoriale della provincia di Viterbo con rare occasioni di supervisione da parte di specialisti esterni (dott. A. Correale, Dott. P. L. Rossi, Dott. R. Piperno) e dove in 13 anni di permanenza ho avuto modo di maturare diverse esperienze professionali

Dall'anno 1992 all'anno 2005 sono stata responsabile di un'équipe territoriale multidisciplinare, curando particolarmente le modalità di presa in carico del paziente psicotico grave, il coinvolgimento, la valorizzazione e l'integrazione degli operatori nel rispetto della specificità dei ruoli, dell'esperienza acquisita e delle risorse individuali. Ho lavorato molto sull'importanza del co-terapeuta nei trattamenti individuali e del contesto familiare dei pazienti gravi e sulla progressiva restituzione del paziente al suo tessuto sociale, attivando il più possibile le risorse del territorio.

Dall'anno 1993 al 1997 ho svolto il ruolo di responsabile, coordinatrice e formatrice di un gruppo di “risocializzazione” per pazienti psicotici cronici. L'esperienza, ancora viva dentro di me, è stata oggetto di un articolo, pubblicato sulla rivista Areaanalisi, nell'anno 1996 con il titolo “Il castello dei destini incrociati” in quanto mutuava dalla letteratura, ed particolare da Italo Calvino, la sua vocazione alla fiaba ed alla “macchina narrativa combinatoria”, rappresentata dalle immagini.

Dal 1998 al 2001 ho lavorato come responsabile, coordinatrice e formatrice di un'équipe multidisciplinare di psichiatria di Consultazione e Collegamento presso i presidi ospedalieri di zona ed in particolare presso un'unità oncologica. Contemporaneamente ho curato un progetto aziendale di liaison con i medici di medicina generale, stabilendo protocolli di alleanza terapeutica.

Ho curato la mia formazione partecipando a corsi di psichiatria di Consultazione e Clinica psicosomatica, di “balint-like group”, di comunicazione e formazione nel lavoro con i gruppi, secondo le tecniche di Role-Playing, di Case Study e di Esercitazioni Esperienziali.

Nell'anno 1993 ho insegnato Psicopatologia presso la scuola infermieri della AUSL RM/21.

Negli anni dal 2005 al 2008 ho tenuto una serie di lezioni al Volontariato A.R.V.A.S. presso le strutture sanitarie viterbesi con le seguenti tematiche: “Psicologia del Malato”, il Colloquio d'aiuto'' “la Persona Malata: Problematiche Affettive, Psicologiche e Sociali” “Malattia e Morte: significato del vivere e dignità del morire”, “Etica Sanitaria: i Diritti del Malato”.

… la narrazione subisce un arresto, le carte da gioco mostrano un'interruzione: è il momento del dolore della sofferenza del corpo, che reclama attenzione e soprattutto regole nuove, le storie che affollavano gli scenari dell'anima devono tacere e lasciare il posto al silenzio, ma…

Il silenzio presuppone una vita interiore. Quando l'attività è acquietata, quando gli stimoli si sono interrotti o attutiti, e allontanate le pressioni che le relazioni comportano, l'immaginazione germoglia liberamente — in libertà.
(Hillman, “La Politica della bellezza”)

Ho iniziato per gioco, un “gioco” che ha aperto un orizzonte inaspettato e dato vita ad un dialogo con la mia anima silenzioso e costante: qualcosa di irrinunciabile che tesse le trame delle tante storie e dei tanti paesaggi interiori, scoperti durante l'esercizio della mia professione, esperienze preziose, rivisitate con quella leggerezza di cui avrebbero avuto tanto bisogno e che era quasi sempre troppo lontana.

Finchè un giorno non è giunto il momento di condividere con altri quel mio mondo che non voleva più stare chiuso tra le mura della sua dimora: quei volti stupiti, quelle case parlanti, usciti dalla mia anima, dovevano incontrare altre anime proprio come accadeva prima, anche se in contesti diversi.

Ed è stato così che ho iniziato a comunicare la mia esperienza espressiva collaborando con l'AVIS Provinciale di Viterbo per la campagna promozionale di Natale 2007.

Poi, nella primavera del 2008, in una chiesa sconsacrata della mia città, vincendo il mio pudore ho allestito una mostra dal titolo L'Anima Incantata che ha ospitato, oltre le mie opere, centinaia di persone commosse e grate, laboratori di disegno per bambini delle scuole elementari e visite-fiaba per i bambini dell'asilo.

Ma quello che non posso scordare è il volto sognante di un militare algerino esule, che, mentre mi raccontava del suo paese deprivato di arte e di storia, mi chiedeva di disegnare una lacrima di speranza.

Ciascuno di noi ha un'anima e l'esperienza che ne facciamo ci offre una via di accesso a ciò che avviene negli altri (Hillman)

Attraverso il compimento della nostra esistenza individuale permettiamo all'anima di palesarsi: vivendo consentiamo alla vita di vivere, sognando consentiamo di essere sognati.

Unless otherwise stated, the content of this page is licensed under Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License